Omelia di don Alfredo - Venerdì Santo 2020
Venerdì Santo ai tempi del Covid19
Il Venerdì santo è il giorno del
buio, dello smarrimento dell’odio senza ragione, dell’uccisione del giusto
senza giusta condanna ma non è l’ultimo giorno: Tutto è compiuto ma perché tutto possa rinascere, ricominciare,
rivivere, risorgere! La Croce diventa allora l’unica parola contro ogni
sofferenza: l’Amore, su quella croce, diventa l’unica arma vincente all’odio e
alla crudeltà! L’Innocente che perdona i delinquenti e i malfattori: tu usi lo
schiaffo per manifestare la tua forza, io (Dio) uso la carezza del perdono per
manifestarti la mia Onnipotenza perché “il
mio regno non è di questo mondo”! Voi usate le mani, gli sputi, le
bestemmie, mentre io (Dio) uso la dolcezza, la carità, il dolore accolto con
dignità, lo sguardo paterno … anche quando pensate di legarmi le mani e i piedi
c’è sempre la mia grazia che arriva su tutti voi! Quella nemmeno il centurione
è riuscita frenarla … dalla Croce e dal mio costato bagna, sana, salva ciascuno
di voi … che tu ci creda o no! Che tu sia credente o no! Io sono Padre, anche
sulla Croce, non abbandono i miei figli, non li giudico, non li condanno, sono
i miei figli, … semplicemente li perdono … “perché
non sanno quello che fanno”
Sotto
ogni croce, c’è sempre un madre che soffre, in silenzio! Vero madri? Avete
pianto e gridato per il nostro parto ma avete gioito e pianto di gioia quando
ci avete preso tra le braccia! Vero madri? Vero Maria? E come vorremmo esserci
tutti, tra le tue braccia in quest’ora! Si, madre! Quest’ora! L’ora in cui “si fece buio su tutta la terra” e abbiamo
pensato che Dio ci ha abbandonati in questa Pandemia … l’ora in cui abbiamo
bestemmiato dicendo “Ha salvato altri”
… “Salvi anche noi”! Maria, tu sei
madre, e tu sai capirci … anche quando siamo arrabbiati con Dio, anche e soprattutto
in quell’ora ci rifugiamo tra le tue braccia, anche in quell’ora ci dirai
parole di conforto, dialogando con noi, come solo una madre sa fare, per farci
capire i nostri sbagli, le nostre offese e bestemmie contro Dio, anche in
quell’ora mentre ci abbraccerai e ci dirai parole dolci … ci riporterai al Tuo
Figlio, il Tuo Signore, il Tuo Dio … nostro Padre!
Anche
per te, Madre, una spada (improvvisa) “ha
trafitto il cuore, l’anima”, come improvviso è il momento che stiamo
attraversando! Le spine che hai provato tu, sono state tanto dolorose e
pungenti quanto quelle della corona del tuo Figlio! Forse avevi immaginato
quella Cena non come “l’Ultima Cena”
ma come quella festa a Cana, quando tuo Figlio ha riportato la Gioia nei
commensali! Forse anche tu, come tante altre madri, hai saluto tuo Figlio
mentre andava a quella cena, non come l’ultimo “Addio” ma con il fare dolce di
ogni madre e con la preoccupazione che torni presto, sicuro, a casa … e hai
atteso, hai atteso … atteso fin quando sono venuti a dirti che “l’hanno portato via”! Come ogni madre,
prima sei rimasta senza parole e poi hai detto “Eccomi” ma stavolta non come quando l’angelo ti disse che dovevi
diventare Madre! Turbata anche stavolta ma nel cuore … serbando anche questo
momento, come avevi fatto finora! Gesù era uscito per una festa “con i suoi discepoli” ma non ha fatto
più ritorno! Nelle tue lacrime madre, ci vedo il pianto di tante donne e madri
che non hanno più potuto salutare i loro figli a causa di morti improvvise,
incidenti, malattie, divisioni, liti … quelle madri che si sono sentite
sbattere la porta in faccia dai loro figli, quelle madri che hanno preferito
abortire, quelle che per amore dei figli e di salvare un matrimonio si lasciano
picchiare ma anche chi non sta potendo riabbracciare i loro cari, i parenti dei
defunti di questi giorni, quelle madri o quei padri che, lavorando in corsie di
emergenza tra disperazione, contagiati e morti, non possono (per amore) neanche
abbracciare i loro figli (anche quelli piccoli che non capiscono il senso di
tutto ciò), quelli che non possono provare il gusto di sentirsi ripagati dopo
una giornata di duro lavoro, nemmeno con un saluto, neanche un abbraccio! La
spada che ha trafitto la tua anima trafigge ancora tante altre madri, tanti
padri e figli, tante famiglie … tante nostre comunità e sacerdoti! Accoglili
Madre … tra quelle tenerissime braccia, tra quelle braccia calde. Consegnali a
Gesù! Ma sentiamo ancora quella tua voce delicata, anche se adesso interrotta
da lacrime e smarrimento che dice ad ognuno … “Fate quello che vi dirà” perché sai già che quelle lacrime
serviranno per il miracolo di Gesù … serviranno per essere trasformate in vino,
in gioia, ritroveranno un senso, un valore, gusto! Solo in Gesù e con Gesù ogni
lacrima versata trova conforto!
Padre
nelle tue mani consegno il mio spirito … le lacrime, il
sudore, le fatiche di ogni giorno, le situazioni del lavoro e delle famiglie, i
figli i genitori, le comunità, i sacerdoti e i consacrati, i medici e gli
operatori sanitari, i governanti e le forze dell’ordine, i sani, i malati, i
contagiati, i giovani e i bambini … ma anche chi ha perso
il lavoro, chi si umilia quando viene a chiedere un pasto, quei padri che in
questi giorni soffrono e piangono in silenzio in camera, chiusi, per paura di
essere scoperti dai figli e perché, disperati, non sanno come affrontare tutto
ciò, … nelle tue mani Padre perché solo
lì sono al sicuro, perché solo Tu hai parole di vita eterna che confortano!
Adesso
il Giusto si consegna, si abbandona, si fida e si affida! Non si può più
muovere ma nulla e nessuno può impedirgli di amare, anche da quella croce,
anche su quella croce ... il suo cuore ancora batte, e fino all’ultimo istante
può ancora perdonare. Braccia aperte e cuore trafitto … ma il suo sangue salva
ancora, lava, risana, fascia, sana … Più gridi “Crocifiggilo” e più Lui ti grida “Ti amo e sono disposto a dare la mia vita per te”. “Non ha apparenza né bellezza” … Sentilo
questo Dio che ti dice: scusami se non sono un Dio secondo i tuoi gusti,
secondo i canoni di bellezza della società moderna, ma mai troverai qualcuno
che ti ami come me e più di me! Non guardare alla mia bellezza… guarda il mio
cuore, il mio amore per te, ascolta le mie parole, vedi i miei gesti … e dimmi
“Se ho parlato male, dimostrami dov’è
male ma se ho parlato bene, perché mi percuoti”! Non vergognarti di me …
sono tuo Padre e come tale voglio ancora starti accanto! Concedimi solo di
Amarti, “Ho sete” … non chiedo altro
... degnati solo di uno sguardo, una parola, una lacrima … e saprò che posso
ancora salvarti! Il Dio appeso a quella croce è un Dio che non ha altro amore
che l’uomo. È innamorato folle. Questa è la vera Passione! È appassionato, seppur spesso rifiutato, schernito,
flagellato, preso in giro, bestemmiato …
O
Maria, ti chiediamo, con la stessa cura con cui ha tessuto la tunica di tuo
figlio, tutta d’un pezzo, senza cuciture come il vestito più bello da indossare
nelle ricorrenze … tessi ancora le trame e i fili della nostra esistenza, delle
nostre giornate, delle fatiche, delle prove, delle malattie e fanne una tunica
nuova, bella, preziosa per il tuo Gesù … è il nostro regalo a Lui, perché possa
continuare a indossarla ogni volta che uno dei suoi figli si allontana, si
perde, si smarrisce, pecca, bestemmia, grida, è sfiduciato … ci basterà
vedergliela addosso per riconoscere la nostra dignità di figli, la nostra
unicità e preziosità e ci sentiremo ripetere ancora “Ecco tua Madre” e a Te, Maria, dirà “Ecco tuo figlio”! Le nostre vocazioni e le nostre vite sono questa
trama meravigliosa, questa tunica meravigliosa che nasce “fin dal grembo di mia madre” e arriva fino al momento della Croce
quando ci sentiremo dire “In verità oggi
stesso, sarai con me in Paradiso”. Dona ancora alle tante madri di oggi, di
trasformare le lacrime di delusione, sconforto e disperazione in lacrime di
gioia consolante, quelle che nascono da uno sguardo verso la Croce - che ha già
il sapore della Risurrezione - come le lacrime di quelle madri che hanno dato
un figlio alla Chiesa perché si consacra o diventa sacerdote … perché i figli
sono sempre dono di Dio e a Lui devono ritornare, affinché di ciascun figlio e
di ciascuno genitore come di ogni di noi, le persone che ci passano accanto,
possano dire “Veramente costui è figlio
di Dio”
Tra
un po', Signore Gesù, ti adoreremo lì, su quella croce nuda e fredda ma
vogliamo inginocchiarci alla tua Croce come il fidanzato che consegna l’anello
alla sua fidanzata con il desiderio di sposarla o come lo sposo che nel
consegnare l’anello nuziale alla sua sposa gli promette fedeltà “nella gioia e nel dolore, nella salute e
nella malattia” … degnati Signore di accettare le nostre vite, le nostre
preoccupazioni, le nostre croci, in questo periodo storico di prova, di
smarrimento, di malattia e accoglile come fosse un anello nuziale, quello che
ci lega a Te, che da Te ci rende inseparabili … ma,… scusa l’insistenza però, stavolta, la fedeltà
la chiediamo noi a Te Signore, vieni presto a liberarci! Signore, non
abbandonarci nel nostro sepolcro ma liberaci dal male … morale, spirituale e … fisico! Noi
veglieremo, con Maria tua Madre! Così sia!
Don
Alfredo Michele Calderoni SdB
Direttore dell'Oratorio di Gela
grazie della bella OMELIA
RispondiElimina