"Giuseppe, Alzati e prendi con te il Bambino e sua Madre" - Omelia per il Funerale di Giuseppe Messina
Non è facile trovare le parole per far luce su quanto accaduto. Non è semplice e scontato aiutarvi ad entrare in quel Misterioso disegno di Dio che è il suo Progetto di Salvezza per ciascuno di noi e allora mi faccio aiutare dalla Parola di Dio per evitare commenti inappropriati e fuori luogo o addirittura fuorvianti o che alimentino giudizi e chiacchiericcio. Letture che con tanta lucidità e coraggio abbiamo pensato insieme a Liria per lasciarci condurre dallo Spirito Santo dentro noi stessi e lasciare che sia Lui a guidare sempre le nostre vite, le scelte, le azioni, i pensieri e le parole.
La prima Lettura (1 Corinzi 12, 27-31; 1-13), comunemente chiamata Inno alla Carità, vuole mettere in risalto ciò che ha sempre legato la vita di Giuseppe a tutti noi ma in particolar modo alla sua famiglia, in modo ancora più significativo nella relazione matrimoniale. Quella Carità che è stato da sempre e per sempre dare senza avere nulla in cambio. Quella carità che non è stata di facciata ma una carità vera, sincera, senza forzature, senza apparenze, semplice come la persona che è stata Giuseppe. Semplice come la semplicità e profondità dell’Amore di Dio. Una carità che tutto supera, tutto scusa, tutto spera, tutto sopporta … anche nelle tempeste della vita. Ed è stata proprio la Carità a muovere sempre il cuore e le azioni di Giuseppe non solo tra noi, in Parrocchia, Oratorio o nei gruppi ma anche e soprattutto in Famiglia, con i suoi figli, con la moglie. Quella Carità che non era solo da ammirare ma che ti stimolava a prenderlo come esempio, ti lasciava entusiasta quando il suo sorriso si incontrava col nostro sguardo, che ti aiutava a guardare in alto quando le sue delicate parole si trasformavano in incoraggiamento e si concludevano con “Pregherò per te”. Quella Carità che gli ha permesso di tenere salda, unita e forte la sua famiglia per ben 31 anni! Una Carità Fedele insomma, non improvvisata. Uno stile di vita!
Il brano del Vangelo che invece abbiamo pensato (Matteo 2, 13-23) è un brano forse inusuale da commentare in momenti e celebrazioni come queste. Un brano che non pensi di trovare in circostanze come queste se non nel periodo Natalizio e in particolar modo nella festa della Santa Famiglia. Ci sono invece dei motivi profondi che mi legano e ci legano a questo brano e che hanno legato e legano ancora di più Giuseppe a questo brano. Quando con Liria lo abbiamo pensato ci siamo subito trovati concordi nel dire … è quello giusto! È il nostro! È quello che vorrebbe Giuseppe! Il personaggio principale di questo brano è San Giuseppe, un uomo che nonostante le tribolazioni e gli ostacoli che la vita gli ha sempre messo dinnanzi, porta a buon fine il suo compito. È il personaggio che più di tutti rappresenta e dà voce alle tante tribolazioni di ogni famiglia e di ogni generazione. Eppure non molla! In Lui, tanti ruoli: padre ed educatore di Gesù, protettore della sua Famiglia, obbediente a Dio e ai suoi progetti (anche se non sempre chiari e facili da accettare), disponibile e fiducioso in Dio. Ci sono i movimenti dell’Amore in questo brano: “Si alzò, prese, si rifugiò”! Sono i verbi dell’Amore, di chi ha capito che Amore vuol dire protezione e custodia. San Giuseppe infatti, come viene detto nel brano, non “fugge” ma si “Rifugia”. È davvero illuminante questa Parola che ci aiuta a comprendere che non è una fuga dalla realtà o dal suo ruolo di genitore ma anzi un rifugio per meglio custodire, garantire un futuro migliore alla sua Famiglia, dare più stabilità e sicurezza a tutto ciò che verrà dopo. San Giuseppe diventa il modello di chi vuole farsi Rifugio e vuole proteggere Dio stesso (il Bambino e sua Madre) che infatti condurrà da Israele in Egitto e dall’Egitto di nuovo ad Israele fino alla Galilea … a Nazareth: il luogo della quotidianità di Gesù, dei suoi anni in famiglia, luogo che rimanda al lavoro, famiglia, comunità, tradizioni, vita di fede, fede quotidiana e dove Gesù stesso impara a pregare e a vivere ciò che vive ogni famiglia: le gioie e fatiche quotidiane!
Gli altri personaggi di questo brano sono i Magi, che aprono il brano riportandoci a quell’esperienza che hanno vissuto in prima persona: sono coloro che hanno adorato il Signore, si sono prostrati a Lui, gli hanno consegnato dei doni, lo hanno incontrato personalmente. E credo, cari fratelli e sorelle che quei Magi siamo tutti noi, ogni volta che, come in questa circostanza e in questi giorni, e in questa Celebrazione, vorremmo incontrare il Signore, vederlo faccia a faccia, poterlo adorare, poter conversare con Lui, poterlo vedere così semplice e piccolo come un Bambino a cui poter dai i nostri doni. Quei Magi siamo tutti noi ogni volta che il nostro fratello Giuseppe ci ha incoraggiati a cercare il Signore, a farci trovare da Lui, ogni volta che Giuseppe ci ha indicato il Signore e magari ci ha fatto vivere l’esperienza dell’Adorazione (come lui faceva spesso) o magari ci ha trasmesso il desiderio di Dio, la sete di Lui! Siamo tutti noi ogni volta che, come oggi e in questi giorni, siamo rimasti “Increduli” ma “Fiduciosi”. Increduli perché non immaginano di trovare un Dio-Bambino ma fiduciosi perché hanno sperimentato che la fede appartiene ai “piccoli, semplici, puri di cuore” … a chi accoglie i progetti di Dio! Fidiamoci!!!
L’altro personaggio del brano è l’Angelo, colui che “in sogno” rivela i progetti di Dio, ciò che Dio vuole realizzare, gli mostra i piani di felicità e di salvezza che il Signore vuole attuare e proprio quell’Angelo ci svela il contatto continuo e diretto che San Giuseppe ha con Dio, il rapporto intimo e di dialogo che non cessa mai, nemmeno di notte, nemmeno nel sonno! Dio è il costante pensiero di San Giuseppe e San Giuseppe è il costante pensiero di Dio: tutto per la Salvezza!
Infondo San Giuseppe, da quanto possiamo conoscere di lui, rappresenta il PADRE che tutti i figli vorrebbero e dovrebbero avere, perché non molla mai anche quando ha paura, perché non si oppone a chi vuole minacciare la preziosità della vita, sa trovare la soluzione e la strada più sicura per proteggere sempre tutti. Forse è anche il MARITO che ogni donna vorrebbe e dovrebbe e avere poiché sempre Fedele! È il MASCHIO e AMICO che ogni generazione vorrebbe e dovrebbe avere soprattutto quando le figure maschili risultano poco presenti, incostanti, adolescenziali, impauriti, confusi, smarriti … perché presi solo dalla ricerca del proprio benessere (solo fisico) piuttosto che di tutto ciò che il Signore mette nelle loro mani! Ma San Giuseppe ha una forza nascosta, non una forza fisica o basata su talenti e strategie genitoriali ma ha una sorgente nascosta: la Fede. San Giuseppe è “solido” poiché la sua sorgente è Dio! Ha capito che non può fare tutto da solo e che ha bisogno di chiedere sempre al Padre, forza e fede! Allora Fugge, Corre, va di fretta, non si ferma, non resta impassibile, non si lascia ostacolare da nessuna minaccia e difficoltà … ha uno scopo ben preciso: prendere e custodire “il Bambino e sua Madre”. Fugge da Erode che è il nemico per eccellenza della vita. “Erode” sono tutti i pensieri cattivi, le cose brutte, i venti omicidi di cattiveria, i pensieri bui, le aspettative, le criticità, le minacce della vita, le onde del malessere, della depressione, le rovine degli affetti incostanti e superficiali … ma Erode non vince! Per quanti bambini uccide e omicidi può compiere, Erode resta il fallito di questo brano e di sempre perché nessuno, nemmeno un re potente come Erode, può bloccare il progetto di Salvezza di Dio! Nemmeno tutte le stragi che compie possono bloccare il piano della Misericordia di Dio, che vuole arrivare a tutti e mostrarsi a tutti! Se Erode è un fallito e con lui ogni malvagità, la Misericordi diventa la vera vincitrice di ogni nostra vicenda, quando custodiamo, come San Giuseppe, “il Bambino e sua Madre”.
Ma c’è anche Rachele in questo brano!!! Rachele che rappresenta e piange i lutti di ogni generazione e che non vuole essere consolata! Madre, donna, moglie che, come Maria sotto la Croce, hanno vissuto un dolore cosi grande per aver perso ogni cosa, persino i figli! Rachele che grida così forte che il suo grido ancora oggi lo sentiamo. Rachele che sentiamo ancora gridarla nelle nostre città … un grido così forte che squarcia anche le pareti di un Ospedale alle 2 di notte, seppur non aveva mai smesso di pregare, cosi assordante che non conosce orario come quando “si fece buio su tutta la terra”: un pianto amaro che lacera il cuore. Eppure non vuole essere consolata! Ma ha perso tutto e tutti, quindi umanamente ci sentiremo in dovere di consolarla in questa tragedia! Proprio lei, non merita un così grande dolore! Ma cari fratelli e sorelle, per quanto potremmo sforzarci di consolare Rachele, ella non può e non vuole essere Consolata perché ha capito che la Consolazione non viene dall’uomo ma da Dio. Per quanto forte e straziante possa essere il suo dolore e grido, ha capito che da Dio viene la Consolazione. Rachele non si è rassegnata ma confida in Dio, ha accettato e sperimentato che solo la Sua Grazie e la speranza nella Risurrezione saranno la sua consolazione!
Caro Giuseppe, ci hai sempre fatto dono del Signore e un po’ come i “Magi” ci hai sempre condotto a Lui con la tua presenza, amicizia, il tuo sorriso, le battute, quei discorsi anche spesso seri, professionali e ricchi di cultura che non sapevano mai di saccenteria! Ti sei mostrato per tanti di noi un “Angelo” in tante situazioni personali, familiari e comunitarie … per la tua famiglia, gli amici, i parenti, i giovani, i colleghi … e chissà quanti di noi, oggi qui radunati così numerosi, abbiamo goduto della tua presenza amichevole e della tua vicinanza in tante situazioni delicate …e tu sempre lì, come un Angelo custode! Ci sembra di essere, come san Giuseppe, anche noi dentro un sogno che sa di incubo, da cui voler scappare, fuggire … eppure sappiamo che non si può fuggire ma solo “rifugiarsi” perché siamo fatti per la Gerusalemme Celeste, per il Paradiso, per l’Eternità! Ora che sei più vicino al Signore, ora che lo contempli dopo che lo hai sempre tanto amato, desiderato e servito, aiutaci a “Consolare Rachele” … che è tua moglie, i tuoi figli, tua madre, i nipoti, fratelli, cognati, amici, colleghi e tutti noi! Chiedi a Maria, nostra Madre, di concedere il dono della “Consolazione degli afflitti e degli smarriti di cuore” perché siamo stanchi, “in questa valle di lacrime”! Tu che sei sempre stato uomo di fede, chiedi al Signore per noi il dono della Fede. Chiediglielo: “Signore aumenta la loro fede” … perché possiamo, con fede nuova e rinnovata, accogliere e accettare questa situazione! Perché la fede ci aiuti a ri-significare questa esperienza nel Mistero della Croce e della Risurrezione. Ma come San Giuseppe, anche tu Giuseppe, non dimenticare la tua missione di sempre “fuggire per rifugiarsi e custodire” … ricordati allora che “la fuga in Egitto” dovrà servire a custodire e proteggere ancora di più la tua Famiglia, accompagnarla, guidarla, salvarla! Hai un compito speciale alla quale non puoi sottrarti!
Hai cambiato le nostre vite, caro Giuseppe, non solo col tuo modo di essere e di fare ma perché ci hai anche consegnato due perle preziose che sono Rosario e Antonio e una perla nascosta e rara come Liria. Diciamo Grazie al Signore per averti messo sulle nostre strade e su quelle di tanti giovani, ragazzi e famiglie e hanno un nome e un volto e che io e te conosciamo benissimo, e alcuni sono oggi qui anche grazie a te! Volevi sempre non si sapesse quanto grande e profondo fosse la profondità del tuo cuore, della tua generosità … talmente umile, nel nascondimento che mi dicevi sempre “Mi raccomando don Alfredo, non c’è bisogno che lo dici neanche a Liria” e io che dovevo custodire questo e tanti segreti. Pochi sms o audio tra noi ma tutti cancellati poiché non volevi restasse traccia di quei nomi e cognomi di famiglie e giovani aiutati in questi 5 anni. I nostri sms non erano solo di aiuti economici ma anche di intenzioni di preghiera, perché conoscevi così tante situazioni che mi affidavi sempre con tanta delicatezza e che tu stesso facevi oggetto delle tue intense ore di Adorazione, Offerta, Riparazione! Quanto bene ancora da realizzare! Ammetto che sono un po' giù ma sono anche fiducioso perché troveremo il modo, anzi ne sono certo, perché tu troverai il modo adesso che sei più vicino al Signore e a don Bosco … d’altronde hai sempre trovato una soluzione per tutto e per tutti!
Grazie
infine a tutti coloro che con tanta amorevolezza ti hanno accompagnato e
assistito negli ultimi istanti della tua vita terrena: la tua famiglia tutta,
dove non si distinguevano i cognati dai fratelli, gli amici dai familiari. La Comunità
tutta che ti ha accompagnato in quelle ultime ore, volendo strappare fino alla
fine un miracolo al Signore da quella Cappellina dell’Ospedale in cui ci siamo
sentiti tutti famiglia e tutti vicini a te e al Signore e sappiamo che ci hai
visti! Siamo ancora qui con te caro Giuseppe a darti questo che non è un ultimo
saluto ma un Arrivederci. Oggi forse non starai esultando perché ha vinto la
Juve ma esultiamo noi, con te, perché finalmente hai centrato e fatto Goal: hai
centrato e vinto la partita in Paradiso ed è per questo che l’applauso da
questo Palazzetto è tutto per te, come sa fare bene una tifoseria che ti vuole
bene!
Ciao
Pè! Attendici in Paradiso!
Gela 15 Marzo 2023
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